“Ci hanno rubato San Sisto!”

Festa di San Sisto I, papa e martire, patrono di Alife e della Diocesi di Alife-Caiazzo. Cappella di San Sisto "fuori le mura"
10-08-2014

Circa 30 anni fa – era il 1984 – un evento doloroso e blasfemo colpì credenti e non credenti della nostra città: il furto della statua settecentesca di San Sisto! Un fatto che veniva a mutilare Alife del suo simbolo religioso più importante. Con il concorso di tutti, nel giro di poco tempo un nuovo busto argenteo, opera di un noto artista locale, venne a rimarginare la ferita. Tuttavia, san Sisto per gli Alifani e per l’intera diocesi, di cui è celeste patrono, non rappresenta solo un pregevole manufatto d’argento, ma un modello di umanità, cui i fedeli da secoli guardano per rendere questa comunità più civile, più giusta e fraterna, che nel corso dei secoli ha impreziosito la convivenza cittadina di storie belle e autentiche di famiglie e di persone.
Infatti, garante – come papa – dell’unità e della fede della Chiesa, egli rappresenta il desiderio di convivenza pacifica e dialogante degli Alifani e – come martire – l’impegno coerente per la fedeltà a Dio, per la legalità, l’onestà, la trasparenza, per l’amore vero e tenace alla propria Terra, per la solidarietà verso i poveri e i giovani che cercano il proprio posto nella vita…

Di fronte a vicende che da troppo tempo umiliano la nostra città, quanti sanno della profonda devozione degli Alifani per san Sisto, si sarebbero attesi che, come 30 anni fa, si levasse con sdegno e preoccupazione, il grido: “Ci hanno rubato San Sisto!”, quello vero, che rappresenta il cuore della esperienza umana e cristiana della nostra città e la garanzia del suo vero progresso, che non può essere che etico e sociale ad un tempo.
E invece, si continua a sentire solo un silenzio assordante tra tanti cittadini spesso conniventi e partecipi delle ferite alla legalità e al bene comune, ma anche tra molti responsabili del funzionamento delle Istituzioni politiche, militari, amministrative, educative che la nostra Costituzione chiama ad essere garanti dei diritti dei cittadini – soprattutto dei più deboli e dei “fuori cordata” – e dell’ordinato sviluppo della Comunità.

In questa bella serata di festa, frutto dell’impegno di tanti, ma anche della fede trasmessa da una generazione all’altra, mi viene da domandare: San Sisto, quello vero, è ancora in mezzo a noi? È ancora presente nel cuore e nelle scelte morali e civili dei suoi figli alifani?
Rappresenta il modello di quanti sono chiamati a far funzionare le nostre istituzioni?
Il nostro amore per lui è un bel fuoco d’artificio che illumina solo la sera del 10 agosto o una luce che rivela, garantisce e promuove quotidianamente le ricchezze morali e sociali della nostra Città?
Se la nostra devozione a san Sisto fosse solo fuoco d’artificio, dovremmo concludere che il nostro Patrono ha abbandonato Alife ed è tornato in Vaticano; che qualcuno ce lo sta scippando. E sarebbe l’annuncio di una grande tragedia!

O beato San Sisto che ci guardi dal cielo, non allontanarti da noi, suscita profondo disagio quando non siamo fedeli ai valori per cui tu hai dato la vita e che continui a testimoniare in mezzo a noi, aiutaci a ritrovarti quando siamo tentati di perderti, a collocarti di nuovo – con determinazione e senza scoraggiarci – al centro della vita alifana, continuando a fare le tue scelte, quelle che tu hai imparato da Gesù e che hai trasmesso alla nostra Comunità.
Benedici le tante famiglie che vivono con l’onestà del proprio lavoro, quanti sognano un ambiente più pulito e accogliente, le speranze dei giovani e dei bambini, le persone semplici e gli anziani talora turbati dal tradimento dei valori veri su cui hanno fondato la propria esistenza, i tanti ammalati, che vivono con fede e dignità le loro sofferenze.
Benedici coloro che ti sono fedeli e quanti ti seguono con passo incerto! Benedici tutti noi! La tua presenza tra noi continui ad essere la garanzia di cose belle e autentiche, di buone notizie per la nostra Città. Amen.

Via San Sisto, Alife, CE, Italia