Giornata missionaria mondiale. L’adorazione eucaristica a Piedimonte Matese

Presso il monastero di San Benedetto un momento di spiritualità con la presenza dei religiosi e delle religiose della Diocesi

Annamaria Gregorio – Continua in Diocesi il percorso per il mese missionario straordinario.
Dopo l’apertura ufficiale, tenutasi il 1° ottobre scorso, presso la parrocchia Santa Croce di Raviscanina, e l’incontro “Il discernimento comunitario per una Chiesa missionaria”, svoltosi il 5 ottobre a Sant’Angelo d’Alife, è la volta dell’appuntamento dedicato alla preghiera.
Con la proficua esperienza dello scorso anno, viene riproposta l’Adorazione missionaria, dal titolo “Battezzati e inviati”, un’occasione per pregare, in particolare per la vita consacrata e le giovani vocazioni, con le religiose e i religiosi della Diocesi e con coloro che vorranno unirsi, per condividere un profondo momento di riflessione e di meditazione. Pregare per essere vicini alle missionarie e ai missionari sparsi nel mondo, ai fratelli e alle sorelle che non conoscono ancora Gesù, a quanti vivono in situazioni di oppressione, di povertà e di disagio, con i colori dei cinque continenti, esprimendo il senso di una Chiesa universale.

Giovedì 17 ottobre alle ore 19.00, saremo ospiti delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento di Nostra Signora di Guadalupe e San Benedetto, presso il loro Monastero  in Piedimonte Matese, con la guida di padre Gennaro Russo, padre guardiano della Comunità francescana di Santa Maria Occorrevole.

Nella giornata in cui la Chiesa ricorda il martirio di Sant’Ignazio, terzo vescovo di Antiochia, l’Adorazione Eucaristica rappresenta un momento fondamentale della nostra fede e per ritrovarci in unità.

Papa Francesco, in proposito, dichiara : “Vorrei che ci ponessimo tutti una domanda: Tu, io, adoriamo il Signore? Andiamo da Dio solo per chiedere, per ringraziare, o andiamo da Lui anche per adorarlo? Che cosa vuol dire allora adorare Dio? Significa imparare a stare con Lui, a fermarci a dialogare con Lui, sentendo che la sua presenza è la più vera, la più buona, la più importante di tutte. Ognuno di noi, nella propria vita, in modo consapevole e forse a volte senza rendersene conto, ha un ben preciso ordine delle cose ritenute più o meno importanti. Adorare il Signore vuol dire dare a Lui il posto che deve avere; adorare il Signore vuol dire affermare, credere, non però semplicemente a parole, che Lui solo guida veramente la nostra vita; adorare il Signore vuol dire che siamo convinti davanti a Lui che è il solo Dio, il Dio della nostra vita, il Dio della nostra storia”. (dall’Omelia, S. Messa Basilica di San Paolo Fuori le Mura 14 aprile 2013).

Con questo spirito di preghiera, l’invito a partecipare, per essere Chiesa in cammino…

Fonte Clarus