Mons. Orazio Francesco Piazza nominato Amministratore Apostolico di Alife-Caiazzo

"Grazie di cuore Fratello carissimo per quanto mi hai dato e per la tua trasparente testimonianza" il suo pensiero al vescovo Valentino

Carissimi Fratelli e Sorelle, Fedeli Laici, Sacerdoti e Diaconi, Religiosi e Religiose, della Chiesa che è in Alife–Caiazzo, l’abbraccio di gioia e di pace nella grazia del Risorto, Gesù Cristo Signore, nostra unica speranza.

Ho accolto in oboedientia amoris, con fiduciosa disposizione del cuore e totale affidamento a Dio Trino-Uno, la decisione del Santo Padre, Papa Francesco, di nominarmi Amministratore Apostolico di questa porzione del Popolo Santo di Dio (scarica il Decreto della Congregazione dei Vescovi). È segno tangibile della fiducia accordatami nel ministero pastorale ed è richiesta di pormi a servizio di un cammino di Chiesa sempre più attenta ai bisogni dell’uomo, personali e sociali, decisamente chinata, innestata nella complessa realtà di questo nostro Territorio. Un servizio pastorale che dovrà avere i tratti dell’amorevole cura verso una realtà ecclesiale che, nel procedere sul sentiero della comunione fraterna, sinodale e collegiale, deve abitare la realtà sociale, fare discernimento e operare scelte, anche difficili e innovative, per trasfigurare le molte e diffuse difficoltà in opportunità di crescita nella qualità umanizzante della vita (Cf. EG). La Chiesa è pro mundi vita! A questo è chiamata e in questa sua vocazione deve saper finalizzare strutture e dinamiche di evangelizzazione e carità. Essa è innanzitutto impegnata a rendere evidente la novità della vita che sgorga dalla Parola di Dio, vera salvezza, attraverso una trama di relazioni ecclesiali e sociali rigeneranti e propositive: questo è il primo frutto fecondo del Vangelo di Cristo e dell’azione dello Spirito Santo a cui, comunque e dovunque, dovrà corrispondere una nostra convinta azione di gioiosa e consapevole testimonianza.

Mons. Valentino Di Cerbo impone le mani sul capo del vescovo Mons. Franco Piazza in occasione della consacrazione (21 settembre 2013)

Questa insistente richiesta di evangelizzazione e di cura pastorale nella carità, dono della misericordia di Dio ad ogni uomo e al mondo, che chiama a saper tracciare nuovi sentieri e creare nuove condizioni di azione (Cf. EG 24ss), si pone nella naturale e rispettosa continuità del ministero episcopale del Vescovo Valentino, la cui opera intensa e generosa, profonda e capillare, rimane nel cuore e nella vita di questa santa Chiesa che è in Alife–Caiazzo. Personalmente colgo nella decisione di Papa Francesco la possibilità di riconoscere, come disegno di grazia nello Spirito, questo servizio pastorale anche come via per manifestare profonda riconoscenza e sincera gratitudine al Vescovo Valentino che in tanti momenti della mia vita sacerdotale mi ha accompagnato, sostenuto, incoraggiato. Rimane indelebile, come elemento qualificante di una appassionata sequela, la condivisione di esperienze di servizio alla Chiesa santa di Gesù Cristo vissute con vera dedizione e totale abnegazione. Grazie di cuore Fratello carissimo per quanto mi hai dato e per la tua trasparente testimonianza; la tua generosa opera pastorale, consolidata nel Sinodo Diocesano, è nel cuore di Cristo e del Popolo di Dio a te, per tanti anni affidato, e che ora, nella mia sincera disponibilità chiede di essere accolta, valorizzata e ricontestualizzata secondo i segni dei tempi e  nei tempi  che il Signore Gesù chiama a vivere, nella sua Chiesa, per la vita del mondo (Cf. GS 4,11).

A Voi, Fratelli e Sorelle, chiedo di aprire ancor più il cuore e di sostenermi nel servizio pastorale per rilanciare, insieme e con entusiasmo, l’impegno generoso per un cammino di Chiesa in cui ogni apporto è necessario e dove le differenze, nella fraterna comunione, si armonizzano e si concretizzano come ricchezza di doni nello Spirito. Ma, certamente, non sono segni di disponibilità allo Spirito e ai Fratelli, nel contesto ecclesiale e sociale, stili di vita, alquanto diffusi, che accentuano le derive della frammentazione, dell’autoreferenzialità, dell’isolamento egoistico, della riduzione del vangelo alle proprie, esclusive attese. La Chiesa è di Cristo e tutti, nella specificità del proprio compito, dobbiamo contribuire a formarla secondo il Suo cuore. Abbiamo bisogno, per questo, di rinvigorire ancor più la risorsa di amicizie leali, di sincere collaborazioni mirate al bene di tutti, di vera accoglienza e umile disponibilità, nello spirito di carità a tutti richiesto (1Cor 13,4-5) ma particolarmente invocato per i suoi discepoli dallo stesso Gesù: la fraternità presbiterale. Infatti, dalla fonte comunionale di un Presbiterio unito al Vescovo fluisce, feconda, la linfa vitale di una testimonianza credibile e incarnata che trasfigura la realtà.

Comunione ecclesiale e coesione sociale si implicano in reciproca mutualità! Non mancheranno certo le difficoltà; queste intessono la trama del vivere, ma il Signore Gesù, Luce delle Genti, ci donerà il suo sguardo di misericordia e di speranza; sguardo capace di rilevare, soprattutto nelle difficoltà e nelle prove, quello che di buono c’è per continuare a progredire nella vita buona del Vangelo. Se dovessimo cadere nella tentazione delle pre-occupazioni, che generano ansia e rendono più complessa ogni azione, saremmo condotti su sentieri che non sono quelli della Sua speranza. Dobbiamo invece impegnare tutte le nostre energie per evidenziare il positivo, le possibilità, e su queste concentrare preghiera e testimonianza. Gesù Signore conferma, per noi e in questo momento: non abbiate timore, sarò con voi sempre! (Mt 28,20).

Rivolgo un caloroso saluto alle Istituzioni, civili e militari, a Enti, Associazioni, Movimenti, dichiarandomi pronto al dialogo di collaborazione per la crescita umana, ecclesiale e sociale del nostro Territorio: voi potete arricchire questo ministero pastorale di ulteriori positive potenzialità. La condivisione e il dialogo sono sempre fecondi; la grazia del Dio Trino-Uno ci spingerà oltre le nostre fragilità.

Infine, ma come radice innestata nel suo terreno vitale, mi rivolgo con rinnovata e più profonda gratitudine alla amata Chiesa che è in Sessa Aurunca. Questo nuovo impegno richiesto dal Santo Padre non mi allontana, né toglie intensità alla attenta cura pastorale verso di Voi: mi è chiesto non di dividere il cuore, ma di dilatarlo nella carità pastorale! Voi, con amorevole pazienza e con gioiosa disponibilità, proprio in ragione del cammino già fatto insieme, mi sosterrete in questo impegno ministeriale per un’altra parte dell’unico Corpo che è la Chiesa di Cristo. Fin da ora vi chiedo sostegno nella preghiera e generosità ecclesiale.

Affido tutti, fin da ora, all’amore incondizionato e fedele della Madre nostra Maria Ss.ma Assunta in Cielo e invoco il sostegno dei santi patroni, Sisto I e Stefano Minicillo, perché il cammino condiviso sia ben radicato nel cuore di Gesù Cristo, nostra unica speranza.

+ Orazio Francesco Piazza
                   Amministratore Apostolico

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La biografia di Mons. Orazio Francesco Piazza