Te Deum 2018, “Un tempo per avere fiducia”

Cattedrale Santa Maria Assunta, Alife, 31.12.2018. Il canto del Te Deum e il messaggio del Vescovo alla comunità

Messa di fine anno in Cattedrale per “riflettere, per dire grazie…per chiedere perdono, per alimentare la speranza”.
Il consueto appuntamento per il canto del Te Deum, preceduto dalla celebrazione della messa, è stato nuovamente occasione per tornare sul 2018 appena trascorso e sul nuovo anno, alla luce del Vangelo.
Lo stile dei pastori che “senza indugio” andarono alla grotta e trovarono il Bambino, Maria e Giuseppe, è stato il ritmo di vita indicato dal Vescovo Valentino nella sua omelia per il tempo nuovo che si apre davanti a tutti: “andare senza indugio, con la fretta di chi sa bene di essere coinvolto nel progetto di vita che Dio riserva ciascuno”.

Una liturgia – quella di fine anno – che mostra all’uomo il valore del tempo e la sua collocazione in un segmento di storia, da cui l’invito “a pensare alle cose che passano e alla nostra vita, e quindi anche a chi è già passato e non c’è più e che alla vita ha detto il suo Sì facendosi modello per tutti”.
Un tempo per fermarsi a pensare prima di andare oltre, un tempo – quello del 31 dicembre – per dare un messaggio conclusivo di grande semplicità: “portare sorrisi e, riaprire cammini”, farsi collaboratori di Cristo e non “dighe che fermano il bene e ne trattengono l’avanzata…”.

“Un tempo per riflettere”
“Un tempo per dire grazie per quello che abbiamo vissuto e ci è stato donato”.
La messa di fine anno è stata l’occasione per fare sintesi delle belle esperienze vissute dalla Diocesi e dalla comunità parrocchiale della Cattedrale: primo fra tutti, il Vescovo ha ricordato la consegna del Libro del Sinodo,”strumento che ci invita ad essere comunità e ci ha fornito le regole per camminare insieme contro l’individualismo che ci rende nemici e sospetti…”.
Mons. Di Cerbo ha poi ricordato gli eventi più locali come l’elezione della nuova Amministrazione comunale, la sua presenza ad Alife come parroco, la peregrinatio Mariae, la missione popolare, l’ordinazione sacerdotale di don Paolo e don Alessandro originari della città, il diaconato permanente di Daniele, pure figlio della comunità parrocchiale.
E tra gli eventi anche il suo 50o di sacerdozio “in cui siamo inclusi tutti, come Chiesa…e a cui in tanti hanno preso parte perchè ben vissuto insieme in parrocchia”.
“Anno in cui il Signore – ha proseguito il Vescovo – attraverso segni speciali è passato nella nostra vita e ha riempito il nostro cuore di gioia”.
Il 2018 appena trascorso è stato anche l’anno in cui il Vescovo ha concluso il suo ministero episcopale, e in questa circostanza ha invitato i fedeli a vivere l’attesa del nuovo Pastore in preghiera, ad andare oltre “il volto di un vescovo o un altro perché egli – indipendentemente dal suo nome – dice l’unità della Chiesa”.

“Un tempo per chiedere perdono”
“Man mano che ci sentiamo amati, man mano che percepiamo accanto a noi l’amore misericordioso di Dio, siamo capaci di fare luce in noi stessi e scorgere quei nostri gesti che talvolta hanno frenato l’avanzata di questo amore verso il Mondo e i fratelli. Tutti siamo stati un po’ diga all’amore di Dio mentre lui porta acqua viva…, portava vita per ciascuno. Chiedere perdono alla fine di questo anno non significa compiere un atto di autolesionismo, ma provare il rimpianto di non aver amato e di avere bloccato la vita, di aver frenato le occasioni in cui potevamo creare unione”.

“Un tempo per avere fiducia”
“Ma questo è anche il tempo per avere fiducia! Il fatto che il Signore sia passato nella nostra vita non è un aspetto secondario”. Nelle parole del Vescovo tutta la gioia per il tempo trascorso e la speranza nel futuro, la certezza alimentata dalla concreta vicinanza del Signore alla storia degli uomini.
“Il signore è spaesato e passerà, perciò guardiamo il futuro con fiducia. Siamo incoraggiati a moltiplicare le forze  e andare senza indugio verso di lui con la certezza che Colui che ci dà un nuovo tempo, ci dà la possibilità di essere annunciatori della gioia, come i pastori, nonostante i nostri limiti…”.

“Un tempo per pregare”
Per la Chiesa è il tempo di una preghiera più forte e più alta quello che segna il passaggio verso il nuovo… “Preghiamo insieme perché rinnovi in noi il sui amore perché ci dia forza e coraggiosi di realizzare il sogno che ha sulla nostra vita in questo vanno che sta x cominciare”

I buoni propositi
Buon anno non sta nelle nostre parole ma nel nostro cuore capace di appassionarsi agli altri”. Messaggio forte del Vescovo, fuori da ogni obbligata circostanza di inizio anno, ma permeato di Vangelo quotidiano. “Mettiamo insieme i nostri pensieri e chiediamo al Signore di essere donatori di un tempo migliore”.