Prove di GMG per le Diocesi di Teano-Calvi e di Alife-Caiazzo; domenica 20 novembre poco più di duecento giovani hanno riempito la chiesa dei Santi Cosma e Damiano in Vairano Scalo rispondendo all’appuntamento della Pastorale giovanile (il servizio che nella Chiesa italiana, sia a livello nazionale, promuove, anima e coordina alcune attività formative rivolte ai più giovani) in occasione della Giornata diocesana della Gioventù che in questa data – solennità di Cristo Re – è stata celebrata in tutte le Diocesi d’Italia, appuntamento annuale che prepara alle periodiche Giornate Mondiali della Gioventù.
Si respira un clima diverso quest’anno perché la GMG è alle porte; è solo questione di pochi mesi prima dell’appuntamento dei giovani con Papa Francesco a Lisbona dal 1 al 6 agosto 2023. “Maria si alzò e andò in fretta”: c’è sempre un riferimento biblico a dare il ritmo all’evento mondiale e a quelli diocesani o nazionali che lo preparano: anche il prossimo evento e quelli collaterali di questi mesi puntano sulle bellissime immagini che descrivono un incontro speciale tra Dio e l’uomo. La festa, il grande raduno, la gioia, la condivisione della preghiera e della fatica, la bellezza di un incontro multilingue, trovano sintesi nel messaggio che questa volta vede al centro Maria, la ragazza che partì in fretta, con trepidazione, con l’urgenza di incontrare Elisabetta, avere conferma de miracolo che Dio compiva nell’anziana cugina, per cantare insieme la gioia di quanto sarebbe avvenuto. Una fretta finalizzata a dire “Sì, veramente Dio ha cura del suo popolo, della sua gente, dei suoi giovani; Dio sta…”.
Cronaca di una lunga serata A Vairano Scalo ad accogliere i presenti, l’Azione Cattolica parrocchiale con il parroco don Luigi De Rosa; ad animare alcuni momenti ci hanno pensato i giovani del Rinnovamento nello Spirito; presenti diversi rappresentanti di Azione Cattolica e dell’Agesci; poi giovanissimi accompagnati da educatori e parroci, seminaristi… Il coordinamento delle attività come da programma è stato curato dalle Equipe diocesane di Pastorale giovanile guidate da don Raffaele Farina e don Paolo Vitale. La vivacità dei primi minuti, la musica e il canto hanno lasciato poi spazio alla Liturgia della Parola presieduta dal Vescovo delle due Diocesi Mons. Giacomo Cirulli in cui si sono alternati ascolto della Sacra scrittura, testimonianze, adorazione e un pensiero consegnato dal Pastore ai presenti con il forte invito a partecipare alla “GMG, esperienza unica e insostituibile nella vita di un giovane; esperienza che cambia la vita…”, tanto da promettere anche il sostegno delle spese per quanti vorranno partecipare.
Ti racconto la mia vita con il Maestro Ma una GMG si prepara e per essa ci si prepara; la partecipazione ad un simile evento si fonda sul tempo di formazione che stimola le ragioni e i motivi per i quali si andrà nell’evento che cambia la vita. Cammino, incontro e gioia sono state le parole e le testimonianze offerte ai presenti: “La fretta di Maria è quella di una ragazza per nulla spaventata ma coraggiosa a mettersi in cammino perché sa dove deve andare, la muove una motivazione di fondo e la fiducia in Dio”, il racconto di Maria Grazia Nassa della parrocchia Santa Croce in Raviscanina. “Quella fretta la sento anche un po’ mia; mi spinge la certezza di non essere mai rimasta sola anche nei momenti più bui della mia vita (…); la partecipazione alla vita parrocchiale; la perseveranza e la preghiera anche quando pensavo di essere rimasta sola, mi hanno poi rivelato che il Signore non ha mai smesso di camminarmi accanto”; il breve racconto del cammino di Santiago diventa per lei metafora da consegare agli amici presenti: l’invito a camminare, a consumare i passi pur di dirigersi verso il Signore “anche se la risposta non è quella che ci attendiamo o come ce l’aspettiamo”.
“L’incontro tra Maria ed Elisabetta è un’esplosione di gioia (…) È lo Spirito Santo a guidare questo incontro, a confermare nelle due donne la totale disponibilità a Dio”, le parole di Suor Sabrina Cavazzana, suora salesia, vicedirettore dell’Ufficio catechistico di Alife-Caiazzo. “Darmi senza riserve; rispondere a Dio per fare felici i fratelli…era questa la sete che mi portavo dentro da giovane e che nella scelta religiosa che ho fatto è maturata sotto forma di totale donazione per il Vangelo”. Anche con lei la testimonianza assume toni personali e intimi: “Le strade che mi si aprivano davanti erano tante, come tante erano le paure; poi ho scelto di entrare nella famiglia delle Suore Salesie; infine sono rimasta. Dio ha un progetto su di noi; e mi piace pensare che a ciascuno spetta aderirvi per vivere davvero in pienezza. Esso è quando senti forte il desiderio di darti”. Poi una parola da educatrice, la saggezza che viene dall’adulto che guarda con premura i suoi fratelli minori crescere nella fede: “farsi guidare per discernere: farsi accompagnare; incontrarsi con la Parola di Dio…”.
“Cosa c’è dentro di me che mi impedisce di essere davvero felice?” La provocazione di don Raffaele Farina, voce della terza testimonianza racchiude l’invito a non perdersi dietro l’illusione che la felicità sia un traguardo lontano, da rincorrere chissà dove. “È nel cuore che bisogna fare chiarezza; dire a se stessi che Gesù Cristo ha la risposta; da lui viene la proposta, come quella di stasera in cui parlerà al cuore di ognuno”.
Ascolto, silenzio, preghiera, risposta: sono le dimensioni che in una sola serata hanno riunito Maria la Madre di Gesù, i tre testimoni, i tanti giovani e il Vescovo Giacomo presente con la sua testimonianza: storia di una vocazione che si realizza “quando un educatore fa in modo che i giovani incontrino il Signore nei loro luoghi di vita; quando raccontiamo a voi Gesù, secondo il vostro linguaggio (…); perché Gesù ti prende lì dove sei, anche dietro al pallone in oratorio, e ti fa vedere il mondo bello che vorrebbe realizzare insieme con te”.
Il raccoglimento davanti al Santissimo Sacramento si è trasformato in un attimo in “preghiere” personali scritte e consegnate al Signore; li hanno riposti in fretta, i ragazzi, quei bigliettini nel cesto posto ai piedi dell’altare; hanno l’urgenza (non superficiale) di stabilire con il Maestro un contatto; è forte il bisogno di affidare i propri sogni al Signore; lo credono tutti, indipendentemente dall’essere alla prima o all’ennesima esperienza di Pastorale giovanile, in un contesto familiare o meno come quello di sabato sera. Duecento giovani così sono un segnale “ad alta voce” rivolto alla Chiesa, alle parrocchie, agli educatori, ai catechisti: servono risposte “in fretta”, come quella di Maria.
La serata è proseguita secondo il linguaggio dei giovani: musica e festa; cibo e ancora condivisione.
Fonte Clarus testata diocesana di Alife-Caiazzo.